13 Giugno2024

Welfare Index PMI: 3 aziende su 4 crescono per competitività e prossimità alle famiglie

Welfare Index PMI

Presentato oggi a Roma il Rapporto Welfare Index PMI 2024 sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane, giunto alla ottava edizione. L’iniziativa è promossa da Generali Italia con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio.

Dati positivi emergono dal Rapporto Welfare Index PMI 2024 presentato oggi a Roma, indagine alla quale quest’anno hanno partecipato circa 7.000 imprese, triplicate rispetto alla prima edizione e rappresentanti la molteplicità del tessuto imprenditoriale italiano. Considerato il numero di presenze, è stato assegnato il massimo rating 5W a 142 imprese Welfare Champion (22 nel 2017).

Il 75% delle PMI (3 su 4) ha un livello almeno medio di welfare aziendale.

Dato in crescita e in accelerazione negli ultimi due anni (+ 8%), considerato che dal 2016 le imprese che hanno raggiunto un livello alto o molto alto di welfare aziendale sono triplicate, dal 10,3% al 33,3%. Per il 18% delle PMI il welfare aziendale è una leva strategica di gestione dell’impresa, di queste più dell’80% ottiene i migliori risultati di impatto sociale. Se cresce il livello di welfare cresce anche il fatturato: sono in crescita il 28,8% delle imprese a livello di welfare iniziale e il 46,5% di quelle a livello molto alto. 470 mila euro in termini di fatturato per addetto (contro i 193 mila euro delle imprese con livello iniziale di welfare) e 29,4 mila euro in termini di margine operativo lordo per addetto (contro 10 mila euro).

L’area più matura, con un tasso di iniziativa del 56,4%, è la conciliazione vita – lavoro. Seguono a breve distanza salute e assistenza, previdenza e protezione, tutela dei diritti, delle diversità e inclusione sociale, tutte con un tasso superiore al 50%.

Il Terzo Settore si configura come nuovo protagonista che conta 125.000 organizzazioni iscritte al RUNTS (Registro Unico degli Enti del Terzo Settore). Il non profit in senso più ampio coinvolge 894 mila dipendenti, quasi 4,7 milioni di volontari, e produce un valore pari al 5% del PIL. Raggiungono un elevato livello di welfare il 59,3%, contro il 33,3% delle imprese for profit. E in quasi tutte le aree i tassi di iniziativa sono superiori alla media delle PMI. In due aree, quelle che costituiscono la missione sociale di molti enti, raggiungono livelli di iniziativa molto superiori: nella responsabilità sociale verso consumatori e fornitori (87,2% contro 27,2%) e nella tutela dei diritti, delle diversità e dell’inclusione (82,5% contro 50,4%).

Dal report si evidenzia anche come il welfare aziendale possa costituire la base di un nuovo welfare di prossimità capace di promuovere la coesione sociale anche al di fuori delle aziende: le imprese raggiungono 11,3 milioni di famiglie con lavoratori dipendenti, il 44% delle famiglie italiane, appartenenti a tutte le fasce sociali, di cui 3,2 milioni a vulnerabilità alta o molto alta. La spesa di welfare a carico diretto delle famiglie – che sostengono il 22% della spesa sanitaria italiana, il 71% di quella assistenziale per la cura dei figli e degli anziani, il 16% della spesa per l’istruzione – potrebbe essere così trasformata da individuale a collettiva. L’iniziativa delle imprese a sostegno delle famiglie per la cultura e l’educazione dei figli, con il 10% di imprese attive, sta invece muovendo i primi passi.

Il welfare aziendale è poi correlato positivamente con la solidità finanziaria delle imprese: l’indebitamento, misurato come quota percentuale sul fatturato, decresce al crescere dei livelli di welfare, con una differenza di oltre cinque punti tra le imprese di livello iniziale (70,3%) e quelle di livello molto alto (64,5%). Inoltre, di particolare interesse è l’analisi della correlazione tra welfare aziendale e capacità competitiva delle imprese sui mercati internazionali: mediamente la quota di imprese esportatrici è dell’8%, ma passando dal livello iniziale ai livelli più elevati di welfare aziendale la quota quasi triplica, dal 5% al 14,1%.

Giancarlo Fancel, Country Manager & CEO Generali Italia, ha dichiarato: “L’edizione 2024 del Rapporto Welfare Index PMI evidenzia come una parte sempre più rilevante delle PMI abbia un elevato livello di welfare aziendale, che utilizza in chiave strategica e che estende alle famiglie dei dipendenti, fino all’intera comunità in cui opera. Il tessuto imprenditoriale italiano composto dalle piccole e medie aziende assume, dunque, un ruolo sociale importante, diventando punto di riferimento sul territorio. Come Generali, siamo certi che attraverso una partnership tra il settore pubblico e il privato che coinvolga le Istituzioni, gli enti territoriali, le famiglie, le imprese e il terzo settore si possa contribuire in maniera importante a rinnovare il welfare del Paese e a guardare con fiducia al futuro”.

Laura Bernini, Responsabile Settore Welfare pubblico e privato, Confcommercio ha dichiarato: “Le misure di welfare mirate a favorire una maggior conciliazione vita-lavoro e al rafforzamento del secondo pilastro previdenziale e assistenziale rappresentano un importante aiuto per le famiglie e un significativo passo volto al superamento del gender gap occupazionale, retributivo e conseguentemente pensionistico. Il sistema multipilastro di welfare nel quale da sempre crediamo e il recente rinnovo del nostro CCNL vanno in questa direzione al fine di perseguire efficienza, equità e inclusività, agendo su servizi e costi che, in assenza di interventi di tipo collettivo, sarebbero oneri a carico delle famiglie e delle categorie più fragili”.

Erano presenti Eugenia Maria Roccella, Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità; sen. Gaetano Nastri, Capo Questore del Senato; Giancarlo Fancel, Country Manager & Ceo Generali Italia; Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia; Giovanni Baroni, Vicepresidente Confindustria e Presidente Piccola Industria; Davide Peli, Presidente dei giovani imprenditori Confartigianato; Sandro Gambuzza, membro della Giunta Esecutiva, Confagricoltura; Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni; Laura Bernini, Responsabile Settore Welfare pubblico e privato, Confcommercio; Barbara Lucini, Responsabile Country Sustainability & Corporate Responsibility di Generali Italia; Enea Dallaglio, MBS Consulting – A Cerved Company..

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