24 Gennaio2023

Up Day: nel 2022 emessi 130 mln di buoni pasto e il 70% dell’utilizzo è nella GDO

Up Day

Nel primo numero della nostra indagine sulla ristorazione aziendale, parliamo con Mariacristina Bertolini, Direttore generale e vicepresidente Up Day: come è cambiata la pausa pranzo degli italiani, in che modo stanno rispondendo i provider di settore, come evolve il mercato?

Dal vostro punto di vista, come è cambiata la ristorazione aziendale e il concetto di pausa pranzo?

In questi ultimi due anni, a causa di una riorganizzazione aziendale presente un po’ a tutti i livelli e al massiccio utilizzo dello smart working, il concetto di pausa pranzo è sicuramente più fluido e meno rigido. Non c’è più sempre un diretto collegamento al servizio di mensa interna e, se si passa all’interno delle mura aziendali, molti lavoratori preferiscono mangiare un piatto portato da casa, la cosiddetta “schiscetta”. Inoltre, riscontriamo ancora una certa difficoltà alla condivisione del momento “pranzo insieme al bar” , dovuta appunto alla maggior flessibilità che ha cambiato abitudini lavorative e abitudini della pausa pranzo.

Al momento qual è il vostro servizio attivo e quali evoluzioni pensate necessarie per il futuro?

Sicuramente la pandemia ha portato a un incremento e a un’accelerazione della trasformazione digitale, sia a livello di infrastruttura sia lato utilizzatore. In generale, il digitale consente nuove modalità di utilizzo che vanno incontro alle esigenze degli utenti, cambiate già prima, grazie a soluzioni personalizzate e semplici, che li coinvolgono maggiormente e possono aumentare soddisfazione e potere d’acquisto.

La nostra App Buoni Up Day è la soluzione unificata che consente a utilizzatori, clienti e partner di accedere a tutti i servizi Day disponibili, in un ideale ecosistema digitale che coinvolge tutta la nostra filiera. Fronte utente, c’è infatti una marcata richiesta di servizi sempre più digitali per poter avere a disposizione, ad esempio, in un’unica soluzione e in maniera user friendly e seamless sia i pagamenti digitali che la possibilità di spesa a domicilio. Per gli esercenti affiliati, poi, c’è anche DayMobile Pos, l’App che consente di leggere e validare in pochi e immediati passaggi ogni tipo di buono pasto Day, superando il concetto di Pos unico recentemente introdotto, portando con sé forte spinta al digitale ed evoluzione per il comparto.

Cosa ne pensate delle partnership coi servizi di food delivery?

Dopo la fase pandemica acuta, le richieste di food delivery sono naturalmente calate, così come in generale è sceso tutto il comparto. La spesa alimentare online e il delivery food avevano infatti avuto un grande incremento durante il lockdown e nella conseguente modalità smartworking che ha visto moltissimi lavoratori passare a casa più tempo: abbiamo quindi voluto incrementare la nostra proposition in questo senso, diversificando ulteriormente la nostra rete verso partner della ristorazione 2.0 e del delivery. Un mercato che è sicuramente importante e con margini ma verso il quale poniamo sempre molta attenzione per quanto riguarda gli aspetti di filiera etica e responsabile.

Quanto persiste l’idea di mensa aziendale e quanto è stata sostituita invece dalla mensa diffusa? Il luogo deputato serve ancora o è diventato obsoleto?

In aziende con grande flessibilità e smart working, la mensa è considerato uno strumento obsoleto anche per i notevoli costi fissi che genera. In altre realtà più legate alla produzione, è invece ancora un utile strumento di welfare aziendale.

Potremmo fornire dei dati UP DAY recenti riguardanti la diffusione e l’utilizzo dei buoni pasto?

Gli utilizzatori dei buoni pasto Up Day sono 1 milione, i buoni pasto emessi nel 2022 circa 130 milioni di cui il 90% digitale e il restante cartaceo. I canali di utilizzo riguardano il 70% nella GDO, 30% nei piccoli esercizi (bar, ristoranti..)

“Personalizzazione” sembrerebbe essere la parola d’ordine. Quali sono i costi di un servizio che punta sempre di più alla qualità e all’offerta di diete bilanciate e diversificate? Vi fate aiutare dalla consulenza di chef riconosciuti e nutrizionisti?

All’interno della nostra App Buono Pasto, è presente la sezione “Pausa sana”: offre consigli nutrizionali, sulla base di specifiche esigenze (di religione, alimentari come ad es il gluten free, equo solidale, o ancora a km0). La digitalizzazione permette infatti un livello di personalizzazione molto elevato che incontra le richieste degli utilizzatori ma dà modo anche a noi di esprimere ancora una volta la nostra volontà di promuovere gli esercenti che all’interno della rete abbiano un’offerta gastronomica di qualità e diversificata.

Lucia Medri

– 2 Edenred Italia: il buono pasto fa evolvere gli stili alimentari e sostiene l’economia locale

– 3 Fumagalli (Pellegrini): una ristorazione aziendale integrata diversificata e consapevole

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